La tradizione del Maggio
Il canto del Maggio, ancor oggi diffuso nell'area dell'Appennino tosco - emiliano, in Garfagnana ed in altre aree della Toscana, è espressione culturale tradizionale di grande importanza ed originalità.
Il Maggio è una forma rappresentativa a tema tragico, ma a conclusione lieta, quasi sempre imperniata sul motivo della lotta tra il bene e il male.
Si tratta di un lungo spettacolo in versi, interamente cantato, composto da quartine di ottonari a rima incrociata intervallate nei momenti di particolare intensità drammatica da ariette(quartine di settenari), per lo più accompagnato da strumenti musicali come il violino e la fisarmonica.
La rappresentazione si è sviluppata sulla base di antichi riti agrari connessi al ritorno della primavera, dei quali conserva tuttora tracce eloquenti,come lo spazio scenico di forma circolare in un luogo alberato, la processione, il travestimento, la presenza del Paggio, il canto, l'agonismo, la questua (atto di andare di porta in porta a elemosinare offerte, soprattutto in cibo) e talvolta la danza a fine spettacolo.
Con il Maggio si tramanda un "genere" di teatro che esprime l'incontro tra le più autentiche radici culturali delle nostre popolazioni e le figure della letteratura colta, del mito, della storia antica: dalla Bibbia ai poemi omerici, dalla storia romana alle gesta epiche dei romanzi medioevali, fino ai poemi cavallereschi e ai temi di storia contemporanea.