Il Ponte del Diavolo o Ponte della Maddalena
Descrizione:
Ponte del Diavolo
Il Ponte della Maddalena, detto "Del Diavolo". Maria Maddalena, o Maria di Magdala, discepola e testimone della resurrezione di di Gesù Cristo.
È senza dubbio il più suggestivo monumento del Comune di Borgo a Mozzano.
Fu costruito per collegare le due sponde del fiume Serchio all'altezza della confluenza con la Lima per permettere di raggiungere le già conosciute terme del Bagno a Corsena (oggi Bagni di Lucca).
Non esistono documenti che permettano di individuare con certezza l'anno della sua costruzione; lo scrittore lucchese Nicola Tegrini (sec. XV) sostiene che il ponte fu fatto costruire dalla Contessa Matilde di Canossa e che in seguito il condottiero lucchese Castruccio Castracani lo fece riparare a proprie spese poiché il "Ponte di Chifenti" (dal latino confluentes) era "per vecchiezza e fracidezza indebolito".
Nel 1500 prende il nome di Ponte della Maddalena da un oratorio dedicato a questa santa che si trovava ai piedi del ponte sulla sponda sinistra (adesso il simulacro della Maddalena, pregevole opera attribuita alla scuola Robbiana, si trova nella chiesa di San Iacopo in Borgo a Mozzano).
Ponte del Diavolo a valle, ferrovia
Nei primi anni del '900, per far posto alla strada ferrata, si aprì un nuovo arco sulla parte destra del ponte che alterò notevolmente l'architettura originale.
Anche lo sbarramento artificiale del Serchio, eseguito negli anni '50 poche centinaia di metri a valle del ponte, oltre a minare pericolosamente i suoi piloni, ha contribuito a togliere al monumento parte del suo meraviglioso slancio verso il cielo.

Leggende:
Esistono diverse leggende sull'origine di questa singolarissima costruzione, nate forse dalla meraviglia che un tale arditismo architettonico poteva suscitare nei semplici animi degli abitanti del luogo, ma anche dalla mancanza di fonti certe sulla edificazione del ponte.
Ponte del Diavolo
Secondo una delle leggende popolari più diffuse il ponte venne costruito da San Giuliano (probabilmente S. Giuliano l'Ospitaliere, protettore dei viaggiatori), il quale, non riuscendo a terminare l'arco più alto, chiese aiuto al Diavolo che accettò di finire il lavoro in cambio dell'anima del primo passante che l'avesse attraversato.
Quando quel mirabile costruttore ebbe terminato l'opera, S. Giuliano prese un cane e lanciandogli una focaccia lo attirò sopra il ponte. Il Diavolo, che stava aspettando la sua ricompensa, prontamente lo ghermì, ma resosi conto che non si trattava di un cristiano bensì di un animale, lo scaraventò a terra con tanta forza che fece un buco nel pavimento del ponte appena costruito.

Ponte del Diavolo
Altra versione:
C'era una volta, in un borgo sulle rive del Serchio, un bravo e stimato capomastro al quale gli abitanti del paese si erano rivolti per fare costruire un ponte che collegasse i due borghi divisi dal fiume.
L'abile capomastro si mise subito all'opera, ma ben presto vide che il lavoro non procedeva con quella sveltezza che lui aveva promesso ai compaesani e, siccome era un uomo ligio al dovere e puntuale agli impegni, cadde nel più profondo sconforto e nella disperazione.
Continuò a lavorare con lena giorno e notte, pur di finire il ponte per il giorno stabilito nel contratto, ma il lavoro procedeva lentamente e, al contrario i giorni passavano veloci.
Una sera, mentre il capomastro sedeva da solo sulla sponda del Serchio a guardare il lavoro e a pensare alle vergogna e al disonore che avrebbe subito per non aver terminato il ponte in tempo utile, gli apparve il Diavolo sotto l'aspetto di un rispettabile uomo d'affari.
Andò subito incontro al brav'uomo dicendoli che lui sarebbe stato capace di finire il ponte in una sola notte.
L'uomo rimase incredulo alle parole del Diavolo, ma continuò ad ascoltarlo e alla fine accettò la proposta.
Ponte del Diavolo
Naturalmente l'avversario avrebbe avuto la sua parte: il capomastro si sarebbe dovuto impegnare a consegnargli l'anima della prima persona che avrebbe attraversato il ponte una volta finito.
Il capomastro accettò e il giorno dopo il borgo ebbe il suo ponte snello ed elegante, come si può vedere ancora oggi a Borgo a Mozzano.
La gente stupefatta e incredula andò a complimentarsi con il bravo artigiano il quale raccomandò di non oltrepassare il ponte prima che il sole fosse tramontato.
Intanto il capomastro montò sul suo cavallo e si diresse a Lucca, un po' preoccupato a dire il vero, per consultarsi con il Vescovo che a quel tempo era San Frediano.
Il santo gli disse di non preoccuparsi e di lasciare che il Diavolo prendesse l'anima del primo che avrebbe attraversato il ponte, ma sarebbe stato suo dovere far sì che per primo passasse un maiale. Così fu fatto, e il Diavolo, inferocito per essere stato sconfitto, si gettò nelle acque del Serchio e da quel giorno non fu più visto da quelle parti.