La porta pesante
Un pastore di Vagli di Sopra, conosciuto da tutti come un uomo particolarmente avido e furbo, si trovava una notte a pascolare le pecore nei pressi del piccolo santuario di San Viano. Gli venne in mente che la porta del suo ovile era sciupata e logora e aveva bisogno di essere cambiata al più presto; quella del santuario, invece, era nuova, solida e per di più delle stesse dimensioni di quella del suo ovile. Si avvicinò alla chiesetta pensando che tanto, prima o poi, qualche altro devoto avrebbe provveduto a farne un'altra. Lui a San Viano ci credeva poco, e considerando che il Santo a stare senza porta ci si era abituato da vivo, tanto più ora che era morto, poteva farne a meno.
Senza difficoltà riuscì a scardinare la porta, se la caricò sulle spalle, poi cominciò a scendere gli scalini del santuario, ma ad ogni scalino la porta si faceva sempre più pesante, fino al punto che fu costretto ad appoggiarla per terra, trovandosi sgomento perché non riusciva più nemmeno a muoverla di un solo centimetro.
Si rese conto che non poteva rimanere lì fermo a sostenere quel peso, e si raccomandò a San Viano e alla Madonna che lo aiutassero. All'improvviso una fioca luce si accese all'interno della spelonca e il pastore capì che doveva riportare l'uscio dove l'aveva preso. Con grande sforzo cercò di risollevare la porta e, piano piano, riuscì a muoverla e a risalire la scalinata.
Ad ogni scalino, si faceva più leggera e il pastore la rimise senza difficoltà al suo posto; poi, si fece il segno della croce e divenne devoto a San Viano e, soprattutto, non desiderò più nessuna cosa che apparteneva ad altri, in particolare ai santi.